Sommario
Google mette a disposizione degli utenti diversi strumenti gratuiti, per migliorare l’esperienza di navigazione e per dare modo ai proprietari di siti web di testare lo stato di salute del proprio sito e l’andamento generale dello stesso sotto diversi aspetti.
Tra i più utilizzati ci sono sicuramente Google Analytics (per monitorare le visite e il comportamento degli utenti), Google Search Console (per monitorarne l’indicizzazione e valutare se ci sono errori durante la navigazione da parte del crawler) e Google Page Speed (per monitorare la velocità e le performance del sito).
Sono tutti utilissimi e le informazioni che restituiscono sono decisamente importanti, ma è bene sapere interpretare i dati (soprattutto se li utilizzate per conto vostro) perché le notifiche che inviano via mail possono essere fuorvianti o creare inutili allarmismi.
Google Analytics deve essere implementato su ogni sito web per monitorarne il traffico e capire come si muovono gli utenti (da quale browser navigano e quali pagine o articoli destano maggiore interesse così come se il traffico proviene dai social o dalla ricerca organica).
Bisogna accedere da un account gmail, seguire la procedura guidata e implementare sul sito o blog il codice di monitoraggio.
È bene, però, non focalizzarsi troppo sui numeri in sè (che di fatto significano poco), ma valutare l’andamento globale del sito, così come non diventarne maniaci controllandolo ogni giorno. Il traffico sul sito può essere condizionato da molti fattori (stagionalità, trend di rilievo, crisi economica, etc.) e per questo bisogna averne una visione più ampia. Ad esempio settare gli ultimi 28 giorni e non lasciare il grafico con i risultati degli ultimi 7 giorni o, peggio ancora, di ieri. Il lasso di tempo non sarebbe sufficiente per restituirci risultati significativi.
Inoltre i trend possono variare da settore a settore e quello che, per qualcuno, può essere un buon risultato per altri è un vero disastro. Per questo è importante saper filtrare i risultati.
L’ultima versione, chiamata GA4, è resa disponibile a far data dal 1 luglio 2023. Va implementata su tutti i siti poiché can-cella i dati registrati nella versione corrente (Universal Analy-tics). Entrambe si installano allo stesso modo e, chi ha già configurato Google Analytics riceve sicuramente una mail con questa notizia.
Proprio perché il 1 luglio 2023 spariranno i dati della vecchia versione (Universal Analytics) questo passaggio andrebbe effettuato entro il 1 luglio 2022, in modo tale che ci possa essere almeno un anno di storico.
Anche qui si accede da un account gmail e lo strumento ti chiede di inserire la tua url e di verificarne la proprietà attraverso alcuni metodi.
Prova a verificare la proprietà con Google Analytics (se lo hai collegato al sito) e se non è riconosciuta in automatico utilizza il metodo tag di verifica (ti viene fornita una stringa di codice da inserire nel tuo sito.
Una volta verificata la proprietà la prima cosa da fare è inviare la sitemap (mappa di tutte le url del sito da indicizzare) alla voce “sitemap” situata nella pagina, lateralmente. Ci sono vari strumenti per farlo che aiutano a gestire gli aspetti legati alla SEO e hanno la funzionalità per generarla in automatico.
Dopo averla inviata su questo tool si può accantonare lo strumento che rischia di essere complesso, oppure alla voce controllo url, si inseriscono quelle da monitorare per sincerarsi che siano elencate nell’indice di Google.
A questo punto ricevi mail da parte di Google Search Console con informazioni sul rendimento del sito, eventuali avvisi o errori. Non diventare matto, spesso sono avvisi da filtrare per valutarne la gravità.
Ad esempio se ti dice che alcuni elementi da mobile sono troppo vicini tra loro o il testo è troppo piccolo da leggere verifica che sia effettivamente così prima di entrare in panico. Oppure se ti dice che i tag non sono indicizzati, verifica di non averli messi in noindex di proposito (io i tag li metto sempre in no index e Google Search Console me lo segnala, non per questo ho commesso un errore, se la mia decisione è stata presa con consapevolezza).
Google Page Speed ti permette di inserire la url del tuo sito web e restituisce un parametro relativo alla velocità (sia da mobile, sia da desktop) fornendoti consigli importanti per migliorare le prestazioni. Prestazioni che sono il risultato di sue valutazioni nel peggiore dei casi possibili, ovvero ipotitizza la navigazione da un browser lento con una velocità non ottimale. Inoltre se sei su un hosting condiviso ti restituirà sempre risultati diversi.
Per questo motivo io lo trovo uno strumento molto utile per dettagliare gli errori (esempio mi segnala le immagini da ottimizzare, e quando capita, di solito le ottimizzo una a una; così come mi segnala il codice inutilizzato).
È un ottimo punto di partenza, ma il punteggio globale mobile/desktop non corrisponderà a un risultato reale per cui anche qui è bene non allarmarsi, ma valutare cosa si possa migliorare e cosa no.
Per questo io consiglio sempre di non farsi prendere dal panico ogni volta che Google ci manda dei messaggi, avvisi o alert. Sono utili, certo, ma poi bisogna saperli interpretare e leggere per valutare cosa sia migliorabile e cosa no.
E tu hai dimestichezza con questi strumenti? Li controlli ogni giorno o ti fissi del tempo dedicato solo a questo? Se ti va condividi la tua esperienza nei commenti e sarò felice di risponderti.
Testi a cura di Enza Branca | Foto di Maricrea e Davide Secco